Salvatore su Vanity fair
Salvatore Esposito in esclusiva su Vanity fair con un articolo di Mario Manca: “Il bambino che c’è in me”. Ecco un breve estratto:
In Rosanero in ospedale ci finisce due volte: com’è stato essere una bambina?
«Molto bello. Dico spesso ai ragazzi che studiano recitazione che il nostro mestiere è bello solo se teniamo vivo il bambino che abbiamo dentro e che ci permette di creare e di essere curiosi: cose che noi adulti purtroppo ci dimentichiamo di fare. Confrontarsi con un criminale che diventa una bambina di 11 anni era un rischio, ma non mi ha mai spaventato perché cerco sempre, attraverso i personaggi e le storie, di lasciare qualcosa in chi guarda».
Era la prima volta che indossava il rosa?
«Da ragazzo avevo una maglia rosa, mentre adesso nell’armadio dovrei avere una polo e una camicia di lino».
Pensa di avere un lato femminile?
«Certo. Credo che si manifesti nella sensibilità, oltre che nel mio essere maniacale, come dice la mia compagna. Le donne sono profonde, concrete, organizzate: abbiamo tutto da imparare da loro».
In cosa è maniacale?
«Di base sono disordinato, ma quando decido di sistemare ci tengo a dividere i Blu-ray per copertine, i libri per dimensioni e altezza e i vestiti per colore. Un modo per dare cromia alla libreria e all’armadio».
È romantico che compri ancora i Blu-ray, visto che ormai i film arrivano direttamente sulle piattaforme.
«Ci tengo molto, sono un collezionista».
L’articolo completo lo trovate a questo link .
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